PATRONO DELLA GENTE DI MARE Radio Messaggio

RADIOMESSAGGIO DEL SOMMO PONTEFICE
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A conclusione dei solenni festeggiamenti in onore di S. Francesco da Paola, svoltisi a Reggio Calabria e a Messina, in occasione del 450° del suo Transito, il Santo Padre Si è degnato indirizzare un Suo augusto Radiomessaggio, domenica, I6 giugno 1957, alle ore 12,05, ai devoti del Santo e a tutti i marittimi d'Italia di cui S. Francesco da Paola è stato proclamato dallo stesso Sommo Pontefice Pio XII speciale celeste Patrono, con Breve Apostolico del 27 marzo 1943.
Diletti figli, gente di mare della nazione italiana, la cui attività ricorda a Noi stessi l'arduo ufficio di timoniere della mistica navicella di Pietro, con effusione di cuore vi indirizziamo, sulle onde della radio, la Nostra parola nella ricorrenza del 450° anniversario del beato transito del vostro celeste Patrono San Francesco di Paola. Memori della tenerezza con cui il Redentore Gesù predilesse gli uomini delle barche e delle reti, vivendo in mezzo a loro ed eleggendoli alla dignità di « pescatori di uomini » (Mt. 4,19), vivamente desideriamo di essere spiritualmente presenti tra voi in questa ora di giubilo religioso. Vi abbiamo particolarmente nel cuore, voi, accorsi nella incantevole città di Messina per tributare l'omaggio della fervida devozione all'inclito vostro Protettore; voi che Ci ascoltate, mentre solcate gli oceani a bordo di potenti navi; voi, umili pescatori delle spiagge italiane, lavoratori operosi dei porti e dei cantieri; voi tutti che del mare fate come la vostra dimora, e che il mare abbraccia, quasi madre di immensa famiglia, provvedendo a ciascuno il lavoro e il sostentamento.
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Ben sappiamo con quanta devota riconoscenza le Associazioni preposte alla cura della gente di mare, le Società di navigazione e tutti i marittimi della nazione italiana, hanno accolto, alcuni anni or sono, le Nostre Lettere Apostoliche, con le quali costituimmo e confermammo S. Francesco di Paola loro celeste Patrono presso Dio (Acta Ap. Sedis a. XXXV 1943, p. 163-164). È noto egualmente che da allora la venerazione verso il Santo Taumaturgo di Paola promossa altresì dallo zelo degli esimi figli del suo Sacro Ordine dei Minimi, si e salutarmente diffusa in mezzo a voi, nei porti nelle città costiere dell'Italia sulle navi mercantili, delle quali, oltre seicento – come Ci e stato riferito – hanno voluto fregiarsi della sua sacra Immagine, recante incisa l'invocazione « Ad litus educ Patriae», guidaci al patrio lido. In tal guisa voi avete rinverdita una secolare tradizione dell'italica gente del mare, che venerò sempre nel Santo di Paola il benigno protettore, il compagno fedele delle loro navigazioni sui mari, pronto ad operare prodigi per salvare i suoi devoti da estremi pericoli. Infatti, in quasi tutte le città marittime italiane i vostri padri innalzarono templi in onore di lui, affinché fossero centri di vita cristiana per i marinai e rifugio di preghiera ai loro familiari.
Desideriamo di citare, a gloria dello stesso Santo, i nomi delle città di Napoli, Rimini, Ancona, Bari, Palermo, Messina, Milazzo, Cagliari, ed infine, Genova, ove dal colle su cui sorge il santuario di S. Francesco, ogni sera, la voce della sua storica campana invita i fedeli ad innalzare preghiere per i lavoratori del mare. La particolare ammirazione e devozione dei marittimi verso San Francesco di Paola non trae motivo soltanto dall'essere egli nato in una città costiera o per avere più volte traversato i mari, operando miracoli a vantaggio dei naviganti, bensì dalle eccelse virtù che adornarono la sua vita, alcune delle quali corrispondono mirabilmente all'indole e alle doti naturali della gente di mare.
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Ravvivate nella memoria la dolce figura del Santo in quell'episodio prodigioso, tramandato dalle cronache contemporanee che narrano il passaggio dello stretto di Messina sul suo sdrucito mantello posato sulle onde. Lo zelo della gloria di Dio e la carità verso il prossimo lo sospingono; la povertà volontaria e l'austerità, abbracciate come norma di vita, lo accompagnano; una sconfinata fiducia in Dio lo sorregge: tutto ciò in un'aura di semplicità e di umiltà, proprie di chi crede con fermezza nella parola di Cristo: « Se avrete tanta fede quanta un granello di senapa, potrete dire a questo monte: spostati di qui a là, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile » (Mt. 17, 20). Voi, dunque, ammirate in S. Francesco soprattutto l'umiltà e la semplicità della vita, il rigore delle sue penitenze, la sua carità verso il prossimo, e molto più il suo amore verso Dio, da cui derivava il suo taumaturgico potere. È giusto che la gente di mare stimi in alto grado tali virtù, poiché essa stessa e portata naturalmente alla semplicità e alla modestia, vive quasi di continuo fra le austerità e le durezze del lavoro, si comporta con coraggio nei pericoli, ed è dedita al servizio del prossimo. Ora, come potrete tramutare queste naturali disposizioni in altrettante virtù cristiane, feconde e meritorie per la vita eterna? Il vostro Santo ve ne svela il segreto nel motto che leggete sotto le sue immagini e che Egli non si stancava di ripetere quale unico, ma bastevole messaggio della missione confidatagli da Dio sulla terra: « Charitas », quella carità che l'Apostolo S. Paolo pone a fondamento e vertice di ogni cristiana perfezione nel suo duplice oggetto, Dio ed il prossimo. La gente di mare sia in primo luogo gente di Dio! Come potrebbe, del resto, essere altrimenti? Il mare! Questa maestosa creatura di Dio rispecchia di Lui l'immensità negli sconfinati suoi orizzonti; di Lui la bellezza nei vaghi colori delle sue acque e nell'incanto delle sue rive; di Lui i misteri della scienza e della sapienza nei profondi suoi abissi; di Lui la potenza irresistibile e talora la giusta collera nelle sue tremende tempeste; ma il mare riflette altresì, anzi attua di Lui la benigna provvidenza con le ricchezze inesauribili di sostentamento, che racchiude ed offre a tutti gli uomini operosi.
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Voi, gente del mare, siete in grado d'intendere più chiaramente la sua voce nel coro di lode e di benedizione che le creature dell'universo, obbedendo all'invito dello Spirito Santo, innalzano al loro Creatore e Signore: « Benedicite maria et flumina Domino, laudate et superexaltate eum in saecula» (Dan. 3, 78). In verità, quanto spesso per molti di voi, pescatori e navigatori, che trascorrete sulle onde la maggior parte della vostra vita, il mare si tramuta in solenne tempio di Dio! Allorché la luce della prima alba dipinge con colore di perla 1'estrema curva dell'orizzonte; oppure nell'«ora che volge il disio - ai naviganti e intenerisce il core - lo di c'han detto a' dolci amici addio» (Purg. 8, 1-3); o nel cuore delle notti tranquille, quando il firmamento, trapunto di miriadi di stelle, sembra chinarsi sul vostro capo, quasi per ascoltare i gemiti delle vostre segrete nostalgie; il mare vi eleva dolcemente alla contemplazione delle cose eterne, vi suggerisce espressioni di intima preghiera, vi comunica i palpiti di desideri infiniti.
Ascoltate la voce del mare, ed accogliete il suo invito ad adorare, amare e servire Dio, certi di entrare in tal modo in possesso del pieno senso della vita e dei suoi superiori valori. Ma inoltre la carità derivata dall'amore del Padre celeste ed estesa ai fratelli, rinvigorisce i vostri animi nel quotidiano esercizio delle vostre attività, il cui scopo e diretto al comune vantaggio della nazione più palesemente ed efficacemente che non pochi altri generi di lavoro. Chi, infatti, potrebbe dubitare del grande contributo economico dato alla nazione dalle flotte addette alla pesca ed ai trasporti? Le «marine mercantili» sono come i polmoni e le arterie delle nazioni, per cui mezzo si attua in gran parte la pacifica collaborazione dei popoli nel benessere e nel progresso. Tra di esse occupa certamente un degno posto la vostra, la cui gloriosa tradizione risale a lontani secoli, ed è da voi mantenuta in alto onore, nonostante le rovine subite dalla guerra e le presenti difficoltà. Continuate, dunque, ad animare le vostre pacifiche flotte, lasciandovi guidare dallo spirito cristiano e dall'amor patrio.
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L'uno e l'altro concorreranno a rendervi tecnicamente esperti, ciascuno nel proprio grado ed ufficio, solerti nel lavoro, pronti ai sacrifici talora all'eroismo che il vostro dovere può chiedervi. Lasciatevi ispirare da S. Francesco di Paola, che, condotto dalla volontà di Dio in terra di Francia, dimostrò al re ed al popolo di quella nobile nazione, mediante la santità della vita e delle opere, di essere degno araldo di civiltà e di cristianesimo. Avete dunque un luminoso esempio nel vostro santo Patrono; ma, nello stesso tempo, trovate in lui il vostro potente intercessore presso Dio. Tutti sanno quanto sia gravosa la vita sulle navi, nei porti, nei cantieri, presso i fari delle spiagge deserte. In modo particolare gravano sopra coloro che navigano le prolungate assenze dal nido della famiglia, la scarsezza delle comodità materiali, i turni di lavoro, particolarmente di notte ed al chiuso. La tecnica moderna, benché abbia compiuto mirabili progressi per dare sicurezza alla navigazione, non ha ancora eliminato del tutto i pericoli che insidiano le navi sugli oceani. Tali condizioni di vita, mentre costituiscono un titolo d'onore ed un diritto alla gratitudine per coloro che liberamente le accettano, esigono, d'altra parte, in questi una salda tempra d'animo, diuturne fatiche e rinunzie; ma soprattutto attendono la benevola assistenza dell'Onnipotente, nelle cui mani e riposta la sorte di ogni vita umana. Per ottenervi tale divino presidio, il vostro celeste Patrono S. Francesco non mancherà d'interporre la sua intercessione. Affidate alla sua tutela presso Dio le vostre navi, i cantieri, i porti, i fari, le reti, le macchine, le fragili barche. Ponete sotto 1'usbergo della sua protezione i vostri viaggi, le vostre care famiglie, le speranze e i santi desideri, poiché a chi confida nel Cielo il mare sarà sempre amico fedele. Innalzando le Nostre umili suppliche all'Onnipotente, sotto lo sguardo materno di Maria, spesso da voi invocata «Stella del Mare», affinché i Nostri voti siano a Dio accetti e si mutino in grazie e favori a vostro vantaggio temporale ed eterno, impartiamo a ciascuno di voi, ai vostri cari ed alla diletta vostra Patria, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.