LA VITA QUARESIMALE - La tradizione dei Padri della Chiesa

Se ci chiediamo quale sia stato il motivo per cui nella tradizione della Chiesa si sia imposta questa forma ascetica rispetto ad altre, non è difficile trovare una risposta consultando gli scritti dei Padri della Chiesa. Possiamo ricondurre sostanzialmente a quattro le loro motivazione: la sequela di Cristo, l'acquisizione della perfezione, il dominio della carne, la contemplazione.
È opinione costante dei Padri che Cristo abbia praticato l'astinenza quaresimale e, dopo di lui, sul suo esempio, anche gli Apostoli hanno praticato la stessa ascesi. San Paolo in 1Cor 9,27 e Rm 14,21 esorta: « È bene non mangiare carne e non bere vino». Le argomentazioni dei Padri a sostegno della loro tesi sono sintetizzate da San Girolamo: Cristo «riportò l'omega all'alfa», nel senso che, venendo nel mondo, ha riproposto l'astinenza dalla carne, che gli uomini avevano praticato dalla creazione al diluvio (Adversus Jovinianum).
I Padri, pur precisando che non esistono cibi impuri, inculcano l'astinenza con il solo scopo di favorire il raggiungimento della perfezione cristiana e la meta del paradiso. San Girolamo spiega che i sensi possono dominare la mente umana attraverso la gola, ritenuta dai Padri come origine e principio degli altri vizi. Aiutando a dominare le passioni e a correggere i vizi, l'astinenza favorisce l'acquisizione delle virtù.
I Padri considerano il corpo determinante per la crescita spirituale: esso può esserle di impedimento, ma può anche favorirla, se ben utilizzato.
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Da qui tutte le indicazioni offerte sullo stile di vita, sull'abbigliamento, sull'alimentazione. Quest'ultima, a loro giudizio, è uno dei fatto che maggiormente influenza lo stato del corpo che, a sua volta, ha ripercussioni sull'attività mentale e spirituale. Perciò l'esortazione a mantenerlo sano e purificato da cose negative.
Secondo i Padri l'eccesso di grassi nel corpo ha un effetto devastante per la castità, perché infiamma il sistema ghiandolare, sia per l'attività intellettuale che per quella spirituale. Nella loro visione ascetica, poiché le ghiandole collegate all'attività sessuale sono situate nelle immediate vicinanze dell'intestino, la loro attività può essere influenzata da cibi eccitanti e dal calore che essi producono.
I Padri, a proposito della contemplazione, vista come frutto dell'astinenza, parlano dei loghismoi. Essi sono i pensieri fuorvianti che impediscono la meditazione e sono il principale effetto negativo che un'alimentazione a base di cibi eccitanti produce nella mente. Una dieta adeguata, invece, priva di carne, vino ed altri elementi nocivi, secondo i Padri, favoriscono la preghiera, contribuisce alla luminosità del nous, che non va inteso come semplice intelletto, ma come organo della contemplazione. I Padri non sono i soli a pensare in questo modo, ma si collegano al pensiero filosofico pagano.
Nelle Regole dei Minimi queste motivazioni sono tutte presenti, anche se non in forma ordinata e con una esposizione sistematica, soprattutto nell'introduzione del capitolo VII della IV Regola, quando si parla del digiuno.