Nei cinque secoli di storia – tanti ne hanno passato i Minimi – i temi di spiritualità sono stati approfonditi e soprattutto si è andato sempre più chiarendo, fino ai giorni nostri, il carisma penitenziale, del quale Francesco di Paola è stato dotato da Dio e che poi ha trasmesso alla Chiesa.
Gli autori dell'ordine, del VII e VIII secolo, sono concordi nel ritenere che l'astinenza quaresimale ha una sua ispirazione evangelica, nel senso che attraverso il IV voto i Minimi imitano la vita di Gesù e degli apostoli e, quindi, a buon diritto si può dire che tale voto è una delle forme di sequela di Cristo e perciò può essere inserito tra i consigli evangelici (povertà, castità, obbedienza). Nel loro argomentare, non si nascondono le difficoltà scritturistiche addotte per mettere in dubbio il valore di questa astinenza, come quella di Lc 10,7, dove Gesù dice agli Apostoli di mangiare tutto quello che viene loro offerto.
Sulla base di tale premesse i nostri autori hanno sostenuto e dimostrato con vari argomenti che il IV voto della vita quaresimale è essenziale all'Ordine dei Minimi, per cui un suo abbandono significherebbe la fine dell'ordine, almeno nel modo come san Francesco l'ha pensato sotto l'azione dello Spirito Santo.
.Gli autori dell'ordine, del VII e VIII secolo, sono concordi nel ritenere che l'astinenza quaresimale ha una sua ispirazione evangelica, nel senso che attraverso il IV voto i Minimi imitano la vita di Gesù e degli apostoli e, quindi, a buon diritto si può dire che tale voto è una delle forme di sequela di Cristo e perciò può essere inserito tra i consigli evangelici (povertà, castità, obbedienza). Nel loro argomentare, non si nascondono le difficoltà scritturistiche addotte per mettere in dubbio il valore di questa astinenza, come quella di Lc 10,7, dove Gesù dice agli Apostoli di mangiare tutto quello che viene loro offerto.
Sulla base di tale premesse i nostri autori hanno sostenuto e dimostrato con vari argomenti che il IV voto della vita quaresimale è essenziale all'Ordine dei Minimi, per cui un suo abbandono significherebbe la fine dell'ordine, almeno nel modo come san Francesco l'ha pensato sotto l'azione dello Spirito Santo.
Nel contesto generale della consacrazione nell'Ordine, aggiungono, questo voto serve per l'osservanza degli altri tre voti e rende più facile e spedito il cammino verso la perfezione alla quale i religiosi sono chiamati in forza della loro vocazione.
Dopo il Concilio Vaticano II, i Minimi hanno ripreso lo studio del carisma, per dargli una nuova immagine, meglio fondata sulla scrittura e sulla teologia. Da tale studio è venuto fuori nel 1986 il nuovo testo delle Costituzioni e nel 1993 la Ratio institutionis, cioè il progetto formativo dell'Ordine.
Le Costituzioni presentano così il carisma penitenziale: «L'Ordine si propone di dare particolare e quotidiana testimonianza della penitenza evangelica con la vita quaresimale, quale totale conversione a Dio, intima partecipazione all'espiazione di Cristo e richiamo ai valori evangelici del distacco dal mondo, del primato della spirito sulla materia e dell'urgenza della penitenza, che comporta la pratica della carità, l'amore alla preghiera e l'ascesi fisica. Il santo Fondatore di presenta infatti alla sequela di Cristo con i tratti caratteristici dell'umile penitente del divino e del Regno di Cristo; per questo con la sua regola egli è lumen ad illuminationem paenitentium » (art. 3).
Dopo il Concilio Vaticano II, i Minimi hanno ripreso lo studio del carisma, per dargli una nuova immagine, meglio fondata sulla scrittura e sulla teologia. Da tale studio è venuto fuori nel 1986 il nuovo testo delle Costituzioni e nel 1993 la Ratio institutionis, cioè il progetto formativo dell'Ordine.
Le Costituzioni presentano così il carisma penitenziale: «L'Ordine si propone di dare particolare e quotidiana testimonianza della penitenza evangelica con la vita quaresimale, quale totale conversione a Dio, intima partecipazione all'espiazione di Cristo e richiamo ai valori evangelici del distacco dal mondo, del primato della spirito sulla materia e dell'urgenza della penitenza, che comporta la pratica della carità, l'amore alla preghiera e l'ascesi fisica. Il santo Fondatore di presenta infatti alla sequela di Cristo con i tratti caratteristici dell'umile penitente del divino e del Regno di Cristo; per questo con la sua regola egli è lumen ad illuminationem paenitentium » (art. 3).