La fama del giovane eremita si sparse nella zona e tanti cominciarono a raggiungerlo per chiedere consigli e conforto; lo spazio era poco per questo via vai, per cui Francesco si spostò di nuovo più a valle, costruendo una cella su un terreno del padre; poco tempo dopo alcuni giovani, a seguito di diverse visite, gli chiesero di poter vivere come lui nella preghiera e solitudine.
Così nel 1436, con una cappella e tre celle, si costituì il primo nucleo del futuro Ordine dei Minimi; la piccola Comunità si chiamò “Eremiti di frate Francesco”.
Prima di accoglierli, Francesco chiese il permesso al suo vescovo di Cosenza Mons. Bernardino Caracciolo, il quale, avendo conosciuto il carisma del giovane eremita, acconsentì; per qualche anno il gruppo visse alimentandosi con un cibo di tipo quaresimale: pane, legumi, erbe e qualche pesce, offerti come elemosine dai fedeli. Non erano ancora una vera comunità ma pregavano insieme nella cappella, in determinate ore.
Fu in seguito necessario allargare gli edifici e nel 1452 Francesco cominciò a costruire la seconda chiesa e un piccolo convento intorno ad un chiostro.
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Questi sono tuttora conservati nel complesso del Santuario.
Durante i lavori di costruzione Francesco operò altri prodigi:
Durante i lavori di costruzione Francesco operò altri prodigi:
- Un grosso masso che stava rotolando sugli edifici venne fermato con un gesto del santo e ancora oggi esiste sotto la strada del Santuario.
- Entrò nella fornace per la calce a ripararne il tetto, passando fra le fiamme e rimanendo illeso.
- Inoltre fece sgorgare una fonte con un tocco del bastone, per dissetare gli operai; questa fonte è oggi chiamata “l’acqua della cucchiarella”, perché i pellegrini usano attingerne con un cucchiaio.